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Criminología es la columma especializada del periódico digital italodominicano.tv autoria de la Dora. Klarida Rrapaj

Criminologia è la rubrica specializzata del quotidiano digitale italodominicano.tv, redatta dalla Dottoressa. Klarida Rrapaj,  professionista esperta in psicologia, criminologia e vittimologia. Inoltre, è il direttore regionale del Lazio Roma dell'Organizzazione Internazionale della Polizia IPO. Svolge la sua attività presso l'Università e il Campus di Roma, oltre che nel suo studio privato, offrendo anche servizi on-line.

Pandillas de baby gang femeninas

Un'altra vita spezzata tragicamente 

Come Criminologa, è mio dovere analizzare con attenzione il tragico episodio che evidenzia la crescente presenza di baby gang al femminile. Vi porto l’attenzione in un  caso specifico, una ragazza è stata condotta a un incontro da un'amica, la quale era consapevole di ciò che sarebbe accaduto. Questo scenario mette in luce non solo la complessità delle dinamiche interne a questi gruppi, ma anche l'urgenza di interventi mirati per prevenire tali comportamenti e proteggere i giovani coinvolti.

L'analisi di tali episodi richiede una comprensione profonda delle motivazioni che spingono le giovani a unirsi a queste gang. Le dinamiche di potere, il desiderio di appartenenza e l'influenza dei pari sono solo alcuni dei fattori che contribuiscono alla formazione di questi gruppi. È essenziale esaminare il ruolo della famiglia, della scuola e della comunità nel plasmare il comportamento delle adolescenti.

La consapevolezza e la responsabilità delle partecipanti all'interno di queste gang sono elementi cruciali che necessitano di un'analisi approfondita. Dobbiamo chiederci: Cosa spinge una giovane a coinvolgere un'amica in una situazione pericolosa? 
Una giovane può essere spinta a coinvolgere un'amica in una situazione pericolosa, come quella in cui sa che sarà picchiata violentemente, da una serie di fattori psicologici e sociali complessi. Tra questi, possono includersi la pressione del gruppo, il desiderio di appartenenza e approvazione, o la paura di ritorsioni da parte di individui più forti o influenti. Inoltre, può esserci una distorta percezione della gravità delle conseguenze o una mancanza di empatia e consapevolezza verso le sofferenze altrui. In alcuni casi, tali azioni possono derivare da dinamiche di potere e controllo, dove la giovane si sente obbligata a dimostrare la propria lealtà o forza all'interno di un contesto sociale ostile o violento. 
Quali sono le influenze culturali e sociali che alimentano tali comportamenti? 
Le influenze culturali e sociali che alimentano comportamenti violenti nei confronti degli adolescenti, come nel caso della quattordicenne brutalmente picchiata, sono molteplici e complesse. Innanzitutto, la normalizzazione della violenza nei media e sui social network può contribuire a desensibilizzare i giovani, rendendo accettabili atteggiamenti aggressivi. Inoltre, la mancanza di un'educazione adeguata al rispetto e all'empatia, unita a dinamiche familiari disfunzionali e alla pressione dei pari, può portare gli adolescenti a replicare modelli di comportamento violenti. 
Anche il contesto socioeconomico gioca un ruolo cruciale: l'esclusione sociale e la mancanza di opportunità possono alimentare frustrazione e rabbia, che possono sfociare in atti di violenza. In ultimo, l'assenza di interventi tempestivi da parte delle istituzioni scolastiche e delle autorità competenti può perpetuare un clima di impunità, aggravando ulteriormente il fenomeno.

È fondamentale per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e intervento per fermare la violenza tra adolescenti comprendere a fondo le dinamiche sociali, psicologiche e ambientali che contribuiscono a tali comportamenti. Un approccio multidisciplinare che coinvolga educatori, psicologi, famiglie e istituzioni è essenziale per creare ambienti sicuri e di supporto, promuovendo al contempo la consapevolezza e l'educazione sui temi della non violenza e della gestione dei conflitti. Solo attraverso un impegno coordinato e sistematico si potrà ridurre significativamente l'incidenza della violenza giovanile, favorendo così lo sviluppo armonioso e sicuro delle nuove generazioni.

È imperativo che le istituzioni collaborino per creare programmi educativi e di supporto che possano aiutare a identificare e intervenire precocemente sui segnali di coinvolgimento in attività criminali. La prevenzione deve essere multidimensionale, includendo educazione, supporto psicologico e opportunità di sviluppo personale.

In conclusione, la crescente presenza di baby gang al femminile rappresenta una sfida complessa che richiede risposte altrettanto articolate. È nostro dovere come società proteggere i giovani e offrire loro alternative positive. Solo attraverso un'azione concertata e informata potremo sperare di ridurre l'incidenza di tali episodi e costruire un futuro più sicuro per le nostre comunità.

Otra vida trágicamente truncada por la violencia de género. Giada Zanola, una joven de sólo 34 años, fue brutalmente arrancada de su vida, arrojada desde el paso elevado de la A4 en Vigonza por su pareja. 
Una madre amorosa deja atrás a un hijo de tres años, ahora huérfano de aquella figura materna que debería haberlo protegido y guiado en su camino.
No podemos olvidar que la muerte de Giulia Tramontano, ocurrida hace algún tiempo, había provocado una fuerte ola de ira y desesperación. 
Se habían hecho promesas, se habían pronunciado con fuerza las palabras: "No más asesinatos, no más feminicidios". Sin embargo, a pesar de las promesas, a pesar de las palabras, todavía estamos aquí, obligados a llorar por otra víctima.
La pregunta que nos hacemos hoy es: ¿por qué? ¿Por qué hombres como la pareja de Giada siguen creyendo que la vida de una mujer puede sacrificarse en aras de su razón personal y su visión del mundo? ¿Por qué persisten estas mentalidades en las que la mujer no tiene derecho a objetar, no tiene derechos propios, sino que es vista como un objeto inanimado, que puede ser usado y desechado a voluntad?
La vida de las mujeres no puede ni debe depender de hombres violentos, de leyes inadecuadas y de una red de silencio y silencio. Es imperativo que nuestra sociedad, nuestras instituciones y cada uno de nosotros adoptemos una postura firme y decidida contra todas las formas de violencia de género. Debemos trabajar juntos para crear una cultura de respeto e igualdad, donde todo ser humano, independientemente de su género, pueda vivir libre de miedo y violencia.

Le leggi devono essere rafforzate, e la loro applicazione deve essere rigorosa e senza compromessi. Le vittime devono essere ascoltate, protette e supportate in ogni fase del loro percorso. Ma oltre alle leggi, è necessario un cambiamento culturale profondo. Dobbiamo educare le nuove generazioni al rispetto reciproco, all'empatia e alla comprensione. Dobbiamo insegnare che nessuna vita vale meno di un'altra, e che la violenza non è mai una soluzione.Ci troviamo di fronte a una sfida immensa, ma non possiamo arrenderci. Dobbiamo continuare a lottare, a parlare, a ricordare le vittime come Giulia Tramontano e Giada Zanola, affinché il loro sacrificio non sia stato vano. È nostro dovere costruire un mondo in cui nessuna donna debba più temere per la propria vita, dove la giustizia prevalga e la dignità umana sia rispettata in ogni sua forma.In memoria di Giada, di Giulia e di tutte le donne che hanno perso la vita a causa della violenza di genere, ci impegniamo a non dimenticare e a lavorare instancabilmente per un futuro più giusto e sicuro per tutti. La loro tragica scomparsa ci impone di riflettere sulle profonde ingiustizie che ancora affliggono la nostra società e di adottare misure concrete per prevenire ulteriori tragedie. Dobbiamo coltivare una cultura di rispetto e uguaglianza, promuovere l'educazione e la sensibilizzazione, e garantire che le istituzioni siano pronte a proteggere e sostenere chiunque sia vittima di violenza. Solo attraverso un impegno collettivo e incessante possiamo sperare di costruire un mondo in cui nessuna donna debba più temere per la propria vita a causa del genere.

01-06-2024

Autora. Dra. Klarida Rrpaj

CRIMINOLOGIA de italodominicano.tv 

01-07-2024

Autore. Dott.ssa Klarida Rrpaj

CRIMINOLOGIA da italodominicano.tv

 KLARIDA RRAPAJ Ricevere il premio "Bright Mind Albania"

Cronaca a Châtillon:

Come Psicologa e cCriminologa, è mio dovere analizzare con attenzione il tragico episodio che evidenzia la crescente presenza di baby gang al femminile. In questo caso specifico, una ragazza è stata condotta a un incontro da un'amica, la quale era consapevole di ciò che sarebbe accaduto. Questo scenario mette in luce non solo la complessità delle dinamiche interne a questi gruppi, ma anche l'urgenza di interventi mirati per prevenire tali comportamenti e proteggere i giovani coinvolti.

L'analisi di tali episodi richiede una comprensione profonda delle motivazioni che spingono le giovani a unirsi a queste gang. Le dinamiche di potere, il desiderio di appartenenza e l'influenza dei pari sono solo alcuni dei fattori che contribuiscono alla formazione di questi gruppi. È essenziale esaminare il ruolo della famiglia, della scuola e della comunità nel plasmare il comportamento delle adolescenti.

La consapevolezza e la responsabilità delle partecipanti all'interno di queste gang sono elementi cruciali che necessitano di un'analisi approfondita. Dobbiamo chiederci: Cosa spinge una giovane a coinvolgere un'amica in una situazione pericolosa? 
Una giovane può essere spinta a coinvolgere un'amica in una situazione pericolosa, come quella in cui sa che sarà picchiata violentemente, da una serie di fattori psicologici e sociali complessi. Tra questi, possono includersi la pressione del gruppo, il desiderio di appartenenza e approvazione, o la paura di ritorsioni da parte di individui più forti o influenti. Inoltre, può esserci una distorta percezione della gravità delle conseguenze o una mancanza di empatia e consapevolezza verso le sofferenze altrui. In alcuni casi, tali azioni possono derivare da dinamiche di potere e controllo, dove la giovane si sente obbligata a dimostrare la propria lealtà o forza all'interno di un contesto sociale ostile o violento. 
Quali sono le influenze culturali e sociali che alimentano tali comportamenti? 
Le influenze culturali e sociali che alimentano comportamenti violenti nei confronti degli adolescenti, come nel caso della quattordicenne brutalmente picchiata, sono molteplici e complesse. Innanzitutto, la normalizzazione della violenza nei media e sui social network può contribuire a desensibilizzare i giovani, rendendo accettabili atteggiamenti aggressivi. Inoltre, la mancanza di un'educazione adeguata al rispetto e all'empatia, unita a dinamiche familiari disfunzionali e alla pressione dei pari, può portare gli adolescenti a replicare modelli di comportamento violenti. 
Anche il contesto socioeconomico gioca un ruolo cruciale: l'esclusione sociale e la mancanza di opportunità possono alimentare frustrazione e rabbia, che possono sfociare in atti di violenza. In ultimo, l'assenza di interventi tempestivi da parte delle istituzioni scolastiche e delle autorità competenti può perpetuare un clima di impunità, aggravando ulteriormente il fenomeno.

È fondamentale per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e intervento per fermare la violenza tra adolescenti comprendere a fondo le dinamiche sociali, psicologiche e ambientali che contribuiscono a tali comportamenti. Un approccio multidisciplinare che coinvolga educatori, psicologi, famiglie e istituzioni è essenziale per creare ambienti sicuri e di supporto, promuovendo al contempo la consapevolezza e l'educazione sui temi della non violenza e della gestione dei conflitti. Solo attraverso un impegno coordinato e sistematico si potrà ridurre significativamente l'incidenza della violenza giovanile, favorendo così lo sviluppo armonioso e sicuro delle nuove generazioni.

È imperativo che le istituzioni collaborino per creare programmi educativi e di supporto che possano aiutare a identificare e intervenire precocemente sui segnali di coinvolgimento in attività criminali. La prevenzione deve essere multidimensionale, includendo educazione, supporto psicologico e opportunità di sviluppo personale.

In conclusione, la crescente presenza di baby gang al femminile rappresenta una sfida complessa che richiede risposte altrettanto articolate. È nostro dovere come società proteggere i giovani e offrire loro alternative positive. Solo attraverso un'azione concertata e informata potremo sperare di ridurre l'incidenza di tali episodi e costruire un futuro più sicuro per le nostre comunità.

Ricevere il premio "Bright Mind Albania" è un onore che supera ogni mia aspettativa, segnando un momento di indescrivibile felicità nella mia vita. Riflettendo sul mio viaggio personale, non posso fare a meno di riconoscere che è stato costellato di sfide impegnative che, anziché fermarmi, hanno forgiato il mio carattere e rafforzato la mia determinazione. Ogni ostacolo incontrato lungo il cammino ha aggiunto un tassello importante alla persona che sono oggi, insegnandomi il vero valore della perseveranza e dell'ambizione. Essere celebrata nel mio paese natale, 🇦🇱 l'Albania, rende questo riconoscimento ancora più speciale. È qui che ho mosso i primi passi, sognando in grande e lavorando sodo per realizzare quei sogni. Questo premio 🏆 non rappresenta solo un traguardo personale, ma è anche un tributo alle radici e alla cultura che mi hanno plasmata. È un messaggio potente per tutti coloro che, come me, affrontano le avversità con coraggio, dimostrando che con passione e impegno, ogni sogno può diventare realtà.

01-05-2024

Autora. Dra. Klarida Rrpaj

CRIMINOLOGIA de italodominicano.tv 

L’AMORE NON FA PAURA… IL PARERE DELLA DOTT.SSA KLARIDA RRAPAJ

  • Dobbiamo insegnare ai giovani a relazionarsi in modo sano ed equilibrato, senza stereotipi di genere che possono portare a comportamenti violenti.

Si è tenuto oggi all'Istituto Giordano Bruno il convegno dal titolo "L'amore non fa paura". Durante l'evento ho avuto l'opportunità di parlare e mettere in risalto un tema fondamentale: il genere.

ROMA – Volevo sottolineare l’importanza di riflettere sull’uguaglianza di genere e sul rispetto reciproco nelle relazioni sentimentali. Infatti, purtroppo, anche oggi molte coppie sono vittime di violenza psicologica, fisica, verbale e sessuale, a causa di stereotipi di genere e di una cultura che troppo spesso minimizza o giustifica questi comportamenti.

L’amore dovrebbe essere una delle emozioni più belle e positive che possiamo provare, ma spesso diventa un’arma nelle mani di chi vuole esercitare potere e controllo sugli altri. E purtroppo gli ultimi dati ci dicono che la violenza di genere continua ad essere un problema diffuso nella nostra società.

Secondo l’ISTAT nel 2019 sono stati denunciati più di 67.000 casi di violenza contro le donne, ma sappiamo che molti di essi non vengono denunciati per paura, vergogna o timore di non essere creduti.
Per questo motivo è importante parlare di genere quando si parla di violenza. Il termine “genere” non si riferisce solo al sesso biologico, ma si riferisce anche alle differenze socialmente costruite tra uomini e donne.
E sono proprio queste differenze che, in molti casi, portano alla violenza. La violenza di genere non è solo fisica, ma può manifestarsi in molti modi: psicologico, verbale, sessuale. E molte volte, prima di arrivare alla violenza fisica, ci sono segnali di controllo e manipolazione che vengono sottovalutati.
Per questo motivo è fondamentale riconoscere questi segnali e adottare misure per prevenirli. Non dobbiamo accettare comportamenti violenti o di controllo, né nei confronti delle donne né degli uomini.
Dobbiamo insegnare ai giovani a relazionarsi in modo sano ed equilibrato, senza stereotipi di genere che possono portare a comportamenti violenti.
Inoltre, è importante sottolineare che la violenza di genere non colpisce solo le donne, ma anche gli uomini. Anche se la maggioranza delle vittime sono donne, sono molti i casi di uomini che subiscono violenza da parte della propria partner o ex-partner. Non dobbiamo dimenticarci di loro e dobbiamo garantire loro lo stesso sostegno e la stessa tutela che offriamo alle donne.

Vorrei sottolineare l'importanza della parola "amore". L’amore non può essere una scusa per giustificare la violenza. L'amore è rispetto, fiducia, comprensione, non è possessività o controllo. E non dobbiamo dimenticare che la violenza di genere non è un problema solo per le vittime, ma per la società nel suo insieme. Dobbiamo lottare insieme, educando le nuove generazioni al rispetto e all’uguaglianza di genere.
Attraverso il mio intervento ho voluto sensibilizzare tutti i presenti su questo tema e sull'importanza di contrastare la violenza di genere. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un cambiamento culturale possiamo sperare di costruire una società più giusta e rispettosa dei diritti di tutti.
Innanzitutto desidero esprimere la mia gratitudine alla direttrice Lorini Alessandra di questo istituto, che è un modello per tutte le altre scuole di Roma e non solo. Grazie, preside Lorini, per il suo continuo impegno nella prevenzione e per l'organizzazione degli interventi nella sua scuola. Siamo convinti che solo unendo le forze potremo lavorare per un futuro in cui l’amore non sia più fonte di paura.
Un sincero ringraziamento a Monika Jarosz per il lavoro svolto e per aver coinvolto i bambini in una dimostrazione di autodifesa utilizzando le tecniche del Krav Maga.
Un ulteriore ringraziamento a tutti gli altri relatori intervenuti, alla Dott.ssa Anna Silvia Angelini e all'Avv. Valentina Ambrosio, la Dott.ssa Silvia Perrone, la Dott.ssa Daniela Preziosi, il Dott. Massimo di Mauro, il Dott. Gabriele Albanese e la Dott.ssa Mariana Altamira hanno affrontato il tema dell'amore da diverse prospettive, analizzandone le sfaccettature e dimostrando che non bisogna temerlo. ma abbracciatelo e vivetelo pienamente.
Un ringraziamento speciale è stato riservato ai ragazzi del laboratorio teatrale del Liceo Giordano Bruno, coordinati dalla professoressa Donatella DAMIANO, che hanno reso il congresso ancora più emozionante e attraente con i loro spettacoli musicali e teatrali. Questo evento ha dimostrato che l’amore è un sentimento universale che può essere esplorato e compreso da tutti, indipendentemente dall’età, e che non bisogna temerlo, ma viverlo con coraggio e consapevolezza.

04-09-2024

Autore. Dott.ssa Klarida Rrpaj

CRIMINOLOGIA da italodominicano.tv

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