

La visione dei Papi sulle Donne: Arte e Fede e Empowerment
di Patricia Ynestroza
Città del Vaticano.- Il ruolo della donna nella Chiesa Cattolica e il potere trasformativo dell'arte si intersecano in un percorso di liberazione e trasformazione della società. Le donne, attraverso l'arte e la fede, hanno trovato un modo per esprimere le loro emozioni, esperienze e sfide, contribuendo a creare una cultura più compassionevole e solidale.
La presidente dell'associazione Tempo delle Donne è un esempio di come l'arte possa essere un potente strumento di trasformazione e liberazione. Ha trovato nell'arte un modo per superare il proprio dolore, integrarsi nella società italiana, e ora condivide la sua esperienza con gli altri, creando questo spazio insieme ad altre donne talentuose e professioniste migranti e italiane, servendo da ispirazione e supporto ad altre persone che attraversano situazioni simili. L'associazione Tempo delle Donne è ispirata al lascito delle sorelle Mirabal, donne dominicane che furono imprenditrici, politiche e artiste che lottarono per la giustizia sociale e l'uguaglianza.
La Chiesa, attraverso la sua promozione di valori morali ed etici, il suo sostegno alle arti e la sua difesa della giustizia sociale, ha contribuito a creare una cultura più compassionevole e solidale. I Papi, hanno riconosciuto l'importanza delle donne nella Chiesa e nella società, promuovendone la partecipazione attiva e il ruolo essenziale nella vita ecclesiale e sociale.
In questo percorso di trasformazione e liberazione, l'arte e la fede si fondono per creare un messaggio ispiratore che evidenzia l'importanza della resilienza, della compassione e della giustizia sociale. Le donne, attraverso l'arte e la fede, possono trovare un modo per superare le loro sfide e contribuire a creare un mondo più giusto e equo.
Il percorso di trasformazione e liberazione delle donne attraverso l'arte e la fede è un messaggio ispiratore che evidenzia l'importanza della resilienza, della compassione e della giustizia sociale.
Fin dagli inizi del cristianesimo, le donne hanno svolto un ruolo fondamentale nell’evangelizzazione, nell’edificazione della Chiesa e nella trasformazione della società. Nel corso dei secoli, le donne sono state figure chiave nella costruzione di una società più umana.
In tempi moderni, Papa Francesco aveva posto particolare enfasi sul riconoscimento dell’importanza delle donne, sia all’interno che all’esterno della Chiesa, promuovendone la partecipazione attiva nell’amministrazione vaticana. Aveva infatti nominato donne alla guida di diversi dicasteri, evidenziando il loro ruolo essenziale nella vita ecclesiale e nella società in generale.
Papa Francesco ha seguito la tradizione dei suoi predecessori, i quali hanno anch’essi sottolineato la dignità e il valore della donna.
Papa Pio XII, ad esempio, ha definito la donna come “questa dolce creatura” alla quale Dio ha affidato il futuro del mondo. Nel suo messaggio del 14 ottobre 1956, rivolto ai pellegrini del Santuario di Loreto, Pio XII ha evidenziato la grande dignità della donna, soprattutto nei momenti di sofferenza e avversità. Per lui, il futuro dell’umanità era affidato alle donne, un ruolo cruciale nei tempi di crisi.
Papa Giovanni XXIII, ricevendo il 1º giugno 1962 le delegazioni della gioventù femminile cattolica di Milano, le ha esortate a rinnovare il “fervore dolce e generoso delle apostole della Chiesa primitiva”, menzionando figure come Santa Cecilia, Sant’Agnese e Santa Caterina, che, con la loro preghiera, sacrificio ed esempio, riuscirono a trasformare un mondo immerso nelle tenebre del paganesimo.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo, la Chiesa ha mostrato un atteggiamento positivo verso il riconoscimento dei diritti delle donne.
Nel 1975, in coincidenza con l’Anno Internazionale della Donna, Papa Paolo VI, nel messaggio dell’Angelus del 17 agosto di quell’anno, aveva sottolineato l’importanza di riconoscere i diritti umani e civili delle donne, evidenziando al contempo la loro missione speciale come figlie, madri, spose e pie vedove. La Chiesa, in tal senso, ha incoraggiato i progressi nel ruolo delle donne nella vita professionale e sociale, senza mai perdere di vista la loro dignità e missione cristiana, con Maria come supremo modello di bellezza e santità.
Il 10 settembre 1978, durante l’Angelus, Giovanni Paolo I aveva sottolineato la tenerezza della figura materna di Dio, evidenziando che, oltre ad essere Padre, Dio è anche Madre. In un contesto di conflitti e tensioni internazionali, con i leader di Stati Uniti, Egitto e Israele impegnati nella ricerca della pace in Medio Oriente, il Papa ha fatto riferimento alle parole del profeta Isaia, che affermava che, anche se una madre potesse dimenticare il proprio figlio, Dio non abbandona mai il suo popolo. Questo amore eterno di Dio è un conforto costante, anche nei momenti più oscuri.
Papa Giovanni Paolo II aveva affrontato anch’egli le sfide che le donne devono affrontare nel mondo contemporaneo. Ha lamentato che troppo spesso le donne vengano valutate solo per il loro aspetto fisico e non per le loro qualità personali o competenze professionali. Inoltre, ha denunciato gli ostacoli che continuano a impedire la piena partecipazione delle donne alla vita sociale, politica ed economica. Nella sua riflessione ha sottolineato come molte donne continuino ad essere giudicate solo per il loro aspetto esteriore, senza che venga riconosciuta la loro dignità e capacità.
Papa Benedetto XVI aveva invitato a rinnovare l’impegno per il pieno rispetto della dignità delle donne, ricordando che, sebbene molte donne lavorino silenziosamente per il bene dell’umanità e del Regno di Dio, il loro contributo spesso passa inosservato. Il Papa ha sottolineato la necessità di riconoscere e valorizzare questo lavoro silenzioso ma fondamentale.
Papa Francesco aveva più volte espresso la sua profonda gratitudine verso le donne, riconoscendone il contributo fondamentale nella costruzione di una società più umana. Aveva sottolineato in particolare la loro capacità unica di percepire la realtà con creatività e sensibilità, qualità che, secondo lui, rappresentano un privilegio femminile. Per questo, aveva ribadito che il ruolo della donna nella Chiesa e nella società non solo è importante, ma assolutamente essenziale, richiedendo una partecipazione più ampia e un rispetto maggiore in tutti i settori della vita.
Nel suo magistero, il Papa aveva affrontato con lucidità anche la condizione femminile nel mondo contemporaneo, segnata spesso da odio, violenza e guerre. In questo scenario drammatico, il contributo delle donne era per lui ancora più necessario: grazie alla loro capacità di unire, amare e portare tenerezza, esse rappresentano un pilastro per la costruzione della pace e per il progresso dell’umanità. Allo stesso tempo, Francesco aveva denunciato con forza le molteplici forme di violenza, disuguaglianza e ingiustizia che ancora oggi colpiscono le donne in diverse parti del mondo. Aveva indicato l’educazione delle bambine e delle giovani donne come via maestra per una società più giusta, equa e solidale, definendola un investimento imprescindibile per lo sviluppo globale.
Infine, il Papa aveva messo in luce la vocazione femminile a essere collaboratrice del Creatore nel promuovere la vita, il bene comune e la pace. Grazie alla sua capacità di amare, di prendersi cura degli altri e di intuire i bisogni profondi dell’umanità, la donna era per Francesco il vero “cuore” della società, portatrice di umanità e compassione là dove più si soffre e si spera.
Papa Leone XIV, in continuità con questa riflessione e azione pastorale, sebbene il suo pontificato sia appena iniziato, da poco più di un mese, sembra già proiettato a seguire la linea del suo predecessore Papa Francesco, attribuendo un ruolo rilevante alla donna in Vaticano.
Una delle sue prime nomine è stata quella di una donna come segretaria del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica: si tratta della religiosa Tiziana Merletti, già Superiora Generale delle Suore Francescane dei Poveri. Il Pro-prefetto del Dicastero è il cardinale Ángel Fernández Artime.
Il pensiero dei Papi sulla donna è stato chiaro e coerente: la donna è essenziale per la Chiesa, per la società e per il futuro del mondo. La sua dignità e il suo ruolo devono essere riconosciuti e sostenuti in tutte le sue vocazioni, e il suo contributo al benessere dell’umanità è inestimabile. La donna deve essere rispettata, valorizzata ed emancipata per poter compiere la sua missione nel mondo e nella Chiesa.
16-06-2025
Autore: Patricia Ynestroza
italodominicano.tv
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